LA MOSTRA
Per ricordare la figura artistica di Attilio Micheluzzi, a 90 anni dalla nascita, ed a 30 dalla scomparsa, la famiglia Micheluzzi, Little Nemo e Cambi Casa d’Aste hanno presentato una mostra dedicata ad alcune delle più significative creazioni dell’indiscusso maestro della letteratura grafica.
L’omaggio a un grande artista
A Milano, nella sede di Cambi, in via San Marco 22, dal 22 settembre (inaugurazione ore 18) al 24, sono state esposte per la vendita una selezione di tavole delle seguenti opere:
Johnny Focus, Petra Chérie, Rosso Stenton, Florence Nightingale, Salvatore Giuliano, Bounty, Americani, Mermoz, Don Rodrigo-L’Innominato, Titanic, Martin Luther King, La Città Nascosta, La Guerra Civile Spagnola, Jesus Detective San, e altre illustrazioni a carattere storico.
Per l’occasione è stato allestito un bookshop, con i volumi Little Nemo, curati da Santo Alligo: “Micheluzzi” e “Rosso Stenton”. Clicca qui per maggiori informazioni sull’evento.
Attilio Micheluzzi: l’analisi di Adriano Olivieri
Quella di Micheluzzi – scrive Adriano Olivieri – è in sostanza una proustiana ricerca del tempo perduto, dichiarata già dal sottotitolo del secondo volume dedicato all’ambiguo Marcel Labrume il cui cognome evoca appunto quella brumosità psicologica di un antieroe che vive in un tempo e in un luogo dai confini incerti; siano essi geografici, professionali o morali.
Micheluzzi invita i lettori su un terreno precario per lasciarli improvvisamente disorientati per mezzo di una sceneggiatura nervosa e scattante, fatta di ellissi temporali che pretendono un attivo lavoro di cucitura mentale da parte del lettore. Il “lector in fabula”, con l’incertezza della fonte e dell’autenticità delle informazioni che va leggendo, si trova in mezzo a una collisione letteraria, una sorta di deragliamento nel quale si compenetrano la voce conscia del protagonista, per esempio Marcel che agisce esprimendosi (nella nuvoletta) con l’indicativo presente, e la voce narrante della memoria di Marcel (nella didascalia) che, sul modello del noir cinematografico, si esprime con il passato remoto per raccontare, fuori campo, fatti trascorsi. La limpidezza della sceneggiatura scivola così su un terreno letterario sdrucciolevole, manifestazione linguistica dell’ambiguità psicologica dei personaggi quanto della contingenza storica. Il risultato è equivoco e il lettore si trova in un costante pericolo di fraintendere, proprio come accade ai protagonisti. Equivocità che riecheggia anche nelle illustrazioni dove alle inquadrature oggettive si alternano le soggettive, le semisoggettive e le false soggettive in una combinazione tensiva continua tra ciò che è e ciò che sembra, tra vero e presunto tale. Alla fine, il tempo perduto che Micheluzzi evoca con la sua avvincente letteratura illustrata non è solo quello d’antan da lui vagheggiato ma anche il tempo incantato e terribilmente avventuroso che invita i lettori a trovare dentro loro stessi.