AGRON HOTI

Agron Hoti

(Mamurras, 1970)

Hoti si interessa giovanissimo alla scultura e rivela il precoce talento per il disegno. Fuggito dal regime e dal caos conseguente alla caduta della dittatura emigra in Grecia dove si mantiene facendo l’iconografo e il restauratore nelle chiese di Atene. Trasferitosi in Italia, a Verona, affronta la carriera di pittore. La tecnica del collage, approfondita dall’artista sin dal 2008, sviluppa una iconografia parallela alla figurazione astratta, Hoti sperimenta la tridimensionalità dei fotogrammi che catturano dettagli di architetture urbane venete, oppure sonda il meccanismo interno degli orologi. La scoperta del colore sciolto da ogni relazione semantica e la cifra stilistica di Hoti e assieme al segno assume l’esclusiva funzione di timbro, iterato nei diversi campi semantici del suo intenso lavoro, come i collages astratti o quelli dedicati ai miti del Novecento, dalla moda al design automobilistico, sino al Fumetto. L’approccio di Hoti alla Nona Arte è affatto particolare: l’artista fa letteralmente esplodere il mondo dei Comics per ricomporlo secondo una sua personale armonia. Sue personali si sono tenute in Italia, Albania e Stati Uniti. “Agron Hoti è l’unico essere raziocinante che possiede un raffinato computer della mela che non contiene il diavoletto per la scrittura. Perché il suo mondo è quello dell’immagine, non della parola. E con l’immagine compie percorsi ben più rapidi e diretti di quelli della parola. La pittura offre infatti cortocircuiti della percezione e associazioni mentali che ne fanno un linguaggio autonomo e ne legittimano l’esistenza. E la pittura sua evolve quanto il pensiero attraverso le mutazioni del racconto. Anni di macchie controllate e virulente hanno preparato le sue tele alla campitura monocroma dall’apparenza stabile. Nasce così un teatrino dell’anima dove appaiono le immagini d’una memoria che è collettiva e plasma l’identità contemporanea. Il XXI secolo sta preparando le icone per i posteri.” (cfr. Philippe Daverio, presentazione alla mostra “Philippe Daverio vs Agron Hoti”, Verona, 2017)

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